Emissioni

Emissioni in diminuzione secondo l’analisi di QualEnergia.it: ENERGIE ITALIANE in prima linea per abbattere la CO2

Le emissioni globali di CO2 legate agli usi energetici sono aumentate anche nel 2022 ma meno di quanto si temesse inizialmente, grazie alla forte espansione delle rinnovabili.

In sostanza: male ma non malissimo – nel 2021 le emissioni erano rimbalzate del +6% dopo la pandemia – ma la traiettoria della CO2 continua a essere di crescita, fatta eccezione per il crollo nel 2020 per via dei lockdown.

Queste le principali considerazioni che si possono fare scorrendo CO2 emissions in 2022 (link in basso), il nuovo rapporto della Iea (International Energy Agency) dedicato appunto alle emissioni di CO2 del settore energetico.

Il 2022 ha registrato un incremento dello 0,9% pari a 321 milioni di tonnellate (Mt) aggiuntive di CO2 rispetto al 2021, toccando così il picco storico di 36,8 miliardi di tonnellate complessive rilasciate in atmosfera.

Un dato incoraggiante è che lo scorso anno la crescita delle emissioni è stata molto più contenuta rispetto alla crescita economica mondiale (+3,2%): è un segnale che il mix energetico si sta decarbonizzando.

Secondo la Iea, nel 2022 il boom delle fonti pulite (maggiore produzione di eolico e fotovoltaico in primis oltre al maggiore uso di pompe di calore, veicoli elettrici e altre tecnologie), ha evitato di emettere in atmosfera ulteriori 550 milioni di tonnellate di anidride carbonica.

Le rinnovabili hanno coperto il 90% circa della crescita della generazione elettrica del 2022 a livello globale; eolico e fotovoltaico hanno prodotto circa 275 TWh in più a testa, segnando nuovi record.

Tuttavia, sono ancora aumentate le emissioni dei combustibili fossili e questo non fa che allontanare sempre di più il raggiungimento degli obiettivi climatici internazionali.

La Iea ha registrato le seguenti dinamiche per le emissioni di CO2 fossili nel 2022 vs il 2021:

  • carbone +1,6% (243 Mt) con il picco massimo di sempre a quasi 15,5 miliardi di tonnellate;
  • petrolio +2,6% (268 Mt) per un totale di 11,2 miliardi di tonnellate, ancora sotto ai livelli di prima della pandemia;
  • gas -1,6% (118 Mt in meno) con il declino più marcato in Europa (-13,5%).

Dalle stime della Iea poi emerge che 60 milioni di tonnellate addizionali di CO2 possono essere attribuite ai più alti consumi energetici per raffrescare o riscaldare gli edifici, a causa delle condizini climatiche “estreme” del 2022, come ondate di calore e di gelo. Mentre 55 Mt addizionali possono essere attribuiti alle chiusure di impianti nucleari, con la conseguente necessità di utilizzare altre fonti energetiche a più elevata intensità di emissioni.

Ricordiamo che secondo i dati Enea di dicembre, in Italia, nei primi nove mesi del 2022, le emissioni di CO2 erano cresciute del 6%, con una stima di aumento di oltre il 2% a fine anno.

Ciò a causa del maggiore ricorso alle fonti fossili, che stavano quasi tornando ai livelli pre-pandemia (+8% petrolio e +47% carbone), mentre le rinnovabili segnavano un forte calo (-11%), dovuto alla crisi degli impianti idroelettrici, che solare ed eolico non sono riusciti a compensare.

Guardando alle diverse aree geografiche, la Iea poi osserva che nella Ue le emissioni sono diminuite complessivamente del 2,5% lo scorso anno (70 Mt “perse”), grazie alla rilevante diffusione di nuove fonti rinnovabili, che hanno limitato il maggiore ricorso al carbone, e grazie alle politiche di risparmio energetico innescate dalla guerra in Ucraina e dai prezzi record del gas.

In Cina le emissioni sono rimaste sostanzialmente piatte, con una lievissima riduzione dello 0,2%, per via delle restrizioni Covid e del calo della produzione industriale.

Invece negli Stati Uniti e nelle economie emergenti in Asia (Cina esclusa), le emissioni sono aumentate rispettivamente dello 0,8% e del 4,2% (36 Mt e 206 Mt); in Asia la crescita della CO2 è stata trainata dal maggiore impiego di centrali a carbone.

Guardando invece ai singoli settori, la produzione di energia (elettricità e calore) ha visto incrementare le sue emissioni di circa 261 Mt (+1,8%) e anche nei trasporti si è avuto un aumento rilevante delle emissioni, come si vede nel grafico sopra. Mentre si è osservato un netto declino della CO2 rilasciata dai processi industriali (-1,7%).